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Bisogna riconoscere che fa un certo effetto oggi ricordare quando circa 45 anni fa l’Italia, in nettissimo ritardo rispetto a tutti gli altri paesi europei, lanciò sul mercato la tv a colori; era il 1977 quando accadde questo storico avvenimento, ma va detto che questa data riguarda soltanto il nostro paese, perché altri paesi avevano già avuto modo di celebrare tale evento. Si dice che la RAI fosse già attrezzata e pronta per trasmettere a colori dal 1961, data che corrisponde allla nascita del secondo canale di stato, e che il ritardo fu causato da ragioni politiche, fatto sta che la nostra prima trasmissione a colori avvenne con ben 24 anni di ritardo rispetto agli Stati Uniti, che la fecero nel 1953.

Se ci guardiamo intorno oggi, a circa mezzo secolo dalla nascita della tv a colori, c’è da restare davvero a bocca aperta quando ci si mette davanti ad uno schermo; a prescindere dalla marca della televisione e dagli ovvi miglioramenti avuti grazie al progresso tecnologico, è talmente fedele la riproduzione dei colori che vengono i brividi soltanto a ricordare quando a quei tempi si giocava a ‘pac-man’ sulla tv in bianco e nero, mentre oggi si può scegliere e personalizzare la definizione che si vuole.

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Cenni di storia

Gli esperimenti sulle prime trasmissioni televisive a colori ebbero inizio negli Stati Uniti agli inizi del 1940, e dopo ben 13 anni di prove e simulazioni nacque lo standard NTSC (National Television Systems Commitee), un modello di riferimento per le trasmissioni televisive riservato alle aree geografiche delle due Americhe, dell’Oceania, e dell’Asia, e furono proprio gli americani i primi ad esordire nel 1954. Le trasmissioni televisive a colori iniziarono a diffondersi in Europa circa 10 anni dopo, ma la cosa non riguardava ancora il nostro paese; Francia, Germania, e Regno Unitoesordirono nel 1967 con le loro ‘prime’ a colori, l’Italia invece attese altri 5 anni per effettuare gli ultimi esperimenti durante i giochi olimpici di Monaco ‘72, e poi brindò ufficialmente a questo evento a cavallo tra il 1976 ed il 1977.

Basicamente il motivo del ritardo fu perché non si era ancora deciso che tipo di sistema di codifica del colore adottare tra quello tedesco, il PAL e quello francese, il SECAM. E’ racchiuso tutto in quest’ultimo dato il ritardo italiano nel trasmettere a colori, e come spesso accade, bisogna tristemente notare come, ancora una volta, è questione di favoritismi, marchingegni politici, e denaro. Sembra infatti che l’allora presidente della RAI, il democristiano Ettore Bernabei , uomo di fiducia di Amintore Fanfani, sia stato in qualche modo influenzato nella sua decisione dalle ‘pressioni’ dall’allora capo della quinta Repubblica francese, che avrebbe promesso un incremento negli acquisti di prodotti agricoli italiani se noi avessimo adottato il sistema SECAM. Dopo indagini, ritardi burocratici, ed esperimenti tecnici su entrambi i sistemi di codifica del colore, l’Italia scelse alla fine il sistema PAL.

Cambiamenti tecnici apportati

Tutti gli standards televisivi a colori utilizzano la tecnica di trasmissione di un segnale di luminanza, contenente la sola informazione sulla luminosità di ogni punto dell’immagine, ed un segnale di crominanza che contiene invece l’informazione l’informazione sul colore della stessa. Il segnale di luminanza consente di riprodurre trasmissioni prive di segnale di crominanza, cioè in bianco e nero, e grazie a ciò i nuovi apparati che iniziarono a circolare sul mercato, già predisposti per trasmettere a colori, erano anche ‘compatibili’ per le trasmissioni in bianco e nero.

Il segnale di crominanza è costituito a sua volta da tre segnali: quello di luminanza (Y), quello di rosso meno luminanza (R-Y), e quello di blu meno luminanza (B-Y); dall’unione di questi tre segnali è possibile ricostruire i tre segnali originali di Rosso, Giallo, e Blu (R-G-B), utilizzando una banda radio di trasmissione inferiore rispetto a quella utilizzata per trasmettere tutti i tipi di segnale non ancora filtrato.

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Italia ultimo paese a lanciare la tv a colori

Come abbiamo avuto già modo di accennare, in Italia l’avvento della televisione a colori avvenne definitivamente tra il 1976 ed il 1977, e fu la biondissima e bellissima (a quei tempi era la più gettonata) annunciatrice Maria Giovanna Elmi a darne l’annuncio ufficiale dopo anni di prove tecniche di trasmissione ed esperimenti di tutti i tipi, anche se un primo annuncio, seppur non ufficiale, era già stato fatto da Rosanna Vaudetti nel 1972 in occasione delle Olimpiadi di Monaco’72, ma si trattava soltanto di prove tecniche.

Furono il rotocalco medico Check up, la celebre serie americana Happy days (quella di ‘Fonzie’), le avventure di Furia cavallo del West, e la trasmissione di Enzo Tortora Portobello le prime trasmissioni a colori della RAI; da quel momento finalmente, anche tutto il popolo di sportivi iniziò a godersi per la prima volta il bel contrasto cromatico che era capace di offrire ad esempio una partita di calcio su un prato verde, e finalmente con i colori delle divise delle squadre ben riconoscibili e fedeli alla realtà.